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lunedì 30 ottobre 2017

Chi è l'uomo?


A questo punto è opportuno aprire una breve riflessione su un argomento importante, cioè su come considerare la scienza riguardo alla difesa della salute dell’essere umano.
Nell'ambito della creazione, all'uomo è stata riservata una condizione di vita privilegiata rispetto alle altre creature. 
Gli è stato data in custodia la creazione affinché egli potesse gestire i contenuti a beneficio di tutti e in egual misura.
Il creato è un’organizzazione semplice nella sua grandezza, tutti gli uomini possiedono sufficiente intelligenza per comprendere i suoi meccanismi di regolazione.
La scienza dell’uomo, che è quasi sempre il risultato di una personale interpretazione dello scienziato, è una via per complicare le cose semplici. 
Il tecnicismo, che l’uomo di scienza riserva ai suoi lavori di ricerca, è stato da sempre il mezzo più favorevole per costruire delle caste mediante le quali tale uomo di scienza riesce a controllare le masse.
Una scienza mirata alla personale difesa degli interessi di casta è una scienza che illude la maggioranza dei cittadini e li rende schiavi di un potere.
Quando il cittadino non è libero di controllare e di amministrare il proprio stato di equilibrio energetico, perché viene costretto all'obbedienza delle disposizioni di casta, perde il suo naturale legame con le leggi della vita. 
Il danno in questo caso è molto pesante; non solo si limita la sua libertà ma si rallenta il processo evolutivo individuale e collettivo.
A questo punto è lecito chiedersi: “ ma chi è realmente l’uomo?” ..
Per rispondere a questa interessante domanda vorrei uscire per un istante dal tempo e dallo spazio terreno. 
Alzo gli occhi al cielo e vedo misteriose galassie che mandano luce che tuttavia non utilizzano; mandano bellezza che non apprezzano; hanno immensità di grandezza ma grandezza non calcolano.
L’uomo le vede, le calcola, le intende, le studia, le penetra, le raccoglie.
L’uomo, dalle galassie, prende la luce e ne fa scienza; comprende il moto e ne fa sapienza; prende i colori e ne fa poesia.
L’uomo è più grande delle stelle.
Meglio un uomo deforme che un’intera galassia, perché se l’uomo deforme avesse vissuto un solo istante di vita, varrebbe quanto un miliardo di anni di storia di un’ intera galassia. 
Questa è la misura per definire la grandezza e l’importanza della vita dell’uomo.
Non ci sono uomini grandi o uomini piccoli; non ci sono uomini sapienti o uomini ignoranti; non ci sono uomini cattivi o uomini buoni. Sbandati sì; isolati sì; addolorati sì, c’è però la certezza che con una carezza d’amore donata con ferma convinzione si possa riportare l’uomo deviato alla sua antica grandezza per una vita rinnovata.
L’uomo è grande solo quando rispetta se stesso, il suo simile e tutto il creato. 
Solo allora sarà l’immagine perfetta di quella grandezza che lo ha reso testimone della grandezza del suo Creatore.
A questo punto, la scienza è utile alla vita dell’uomo? 
Se la scienza rispetta le leggi primordiali del creato, certamente sì; altrimenti è un danno gravissimo che distrugge la vita con tutte le sue creature.
La disubbidienza dell’ordine cosmico ha come risultato la malattia. 
Il “salario” della malattia è dapprima sofferenza e poi morte: il risultato estremo di una condotta di vita contrapposta alle leggi della vita.
Riconquistare la salute è come salire sul palo della cuccagna; si sale per un po’, per poi ricadere alla base.
Il male non è quello di cadere ma piuttosto di rinunciare a riprovarci. 
Riprovando a salire insistentemente senza scoraggiarsi, prima o poi si raggiungerà la sommità del palo e della sapienza della vita e il premio sarà un’ importante riconciliazione con le leggi del creato.
Lo studioso, il ricercatore, l’operatore, l’essere umano che ama la vita, desideroso di ricavare da essa il massimo delle possibilità di elevazione, non dovrebbe dimenticare di coltivare uno spirito sincero che lo protegge dai compromessi.
Il rispetto incondizionato degli elementi che costituiscono il creato, il non sfruttamento delle risorse naturali per scopi personali, la consapevole accettazione che la salute dell’essere umano dipende dal livello di conservazione dell’ambiente naturale e ogni attività di ricerca svolta dall'uomo dovrebbero essere animati dalla volontà di agire in sintonia con i ritmi della natura. Auspico che la voce della coscienza funga da guida per dirigere le azioni di tutti i giorni e che, in fine, l’uomo non dimentichi che è figlio della creazione e in quanto tale deve amarla con forza, rispettandola sottomettendosi alle sue leggi.

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